Il capo dei capi (Serie TV 2007): trama e spiegazione
Il capo dei capi (Serie TV 2007): trama e spiegazione
Trama della serie tv "Il capo dei capi" con Claudio Gioè: frasi celebri, spiegazione del finale, curiosità, colonna sonora, attori e personaggi.
Il capo dei capi è una serie televisiva italiana di genere biografico-drammatico diretta da Enzo Monteleone e Alexis Sweet ed interpretata da Claudio Gioè. La serie tv è costituita da 1 stagione di 6 episodi andati in onda nel 2007.
Trama
La vita di Totò Riina dal 1943 al 1993. Dall'adolescenza difficile, segnata dalla morte del padre e del fratellino, fino all'ascesa all'interno di "Cosa Nostra", passando per molte sanguinose tappe che hanno caratterizzato la sua scalata ai vertici del potere mafioso. Al suo fianco il gruppo di fedelissimi, dove spiccano Bernardo Provenzano e Calogero Bagarella. Solo Biagio Schirò, anche lui amico d'infanzia, sceglierà di diventare poliziotto e di assumere un ruolo delicatissimo nella lotta contro i Corleonesi. "Il Capo dei Capi", però, è anche la storia dei grandi nemici di Riina, dei martiri che hanno combattuto la mafia fino alle estreme conseguenze: dal questore Mangano al generale Dalla Chiesa, dai giudici Falcone e Borsellino alla squadra del Capitano Ultimo, artefice dell'arresto di Toto' Riina.
Paese: Italia
Durata: 90 minuti (a puntata)
Voto:8,5 Guarda il 🎬 TRAILER ►
Commento
Ancora non riesco a credere che una delle mie serie tv preferite (in realtà miniserie) sia apparsa per la prima volta su Canale 5, rete Mediaset. Lo ritengo un capolavoro italiano, anche se sono certo che se all'epoca fosse esistita Netflix l'avrebbe resa più lunga e ancora più avvicincente. Però ritengo che l'interpretazione dei personaggi sia stata straordinaria dal momento che nessuno era una presenza noiosa o fastidiosa e riesce a coinvolgere sia sul lato della mafia (la scalata al potere, le uccisioni), sia sul lato della polizia (le indagini) che quello giuridico (i processi e come evitarli). Bellissime le parole che escono di bocca da ogni personaggio con quell'accento siciliano che dà un tocco di classe. Inoltre la serie per molti aspetti è basata su fatti veri e in particolare il protagonista che interpreta Totò Riina è identico nell'aspetto, nel modo di parlare, nella postura. È una serie che piace anche a chi non è appassionato alle serie di mafia e alla brutalità delle loro uccisioni perché la serie non è solo questo, in quanto attraverso i dialoghi (non perdetevi le frasi che abbiamo raccolto) si riescono a trarre anche degli importanti insegnamenti di vita.
Avvertenza [VM14]: Linguaggio volgare, minacce di morte, uso di alcol e droghe, spaccio di droga, sparatorie, uccisioni brutali.
Spiegazione
La scena iniziale mostra Biagio Schiro e Totò Riina soli in una stanza per l'interrogatorio, e la scena viene lasciata in sospeso e poi ripresa nel sesto episodio.
Nel primo episodio Riina è ancora un bambino, e quando si è bambini si è sempre innocenti (anche la sua famiglia non era coinvolta negli affari della mafia, era la classica famiglia che lavorava tutto per guadagnarsi la pagnotta e che viveva di stenti). Il padre che voleva aprire una bomba, trovata casualmente nella terra di un campo, per raccogliere la polvere da sparo muore nell'esplosione assieme al figlio. E questo fatto fa sì che Totò Riina diventa il capo famiglia (la sua prima scalata).
PICCOLO OFF TOPIC:
Avendo visto la serie tv Mindhunter, lo spettatore apprende che dietro a certi comportamenti malati (in quel caso stupro, in questo caso stragi di tipo mafioso) c'è sempre qualcosa che ha fatto scattare una scintilla in giovane età. Questo qualcosa per Riina è stata la bomba, la perdita del padre, la perdita del fratellino e il dover accelerare il percorso di crescita assumendo il ruolo di capo famiglia, che prima era di suo padre. Attraverso questo ruolo scopre che essere onesti non paga, e infatti lo stavano truffando dal mugnaio dove andava a vendere il grano da macinare insieme a Biagio Schirò e gli altri, e dato che essere onesti non serve a niente ha preferito scegliere la strada della disonestà e della vendetta.
Anche Biagiò stava per intraprendere questa strada, ma un certo Placido Rizzotto, un sindacalista, è riuscito a farlo riflettere e grazie a lui la madre di Biagio ha anche ottenuto la pensione per la scomparsa del marito in guerra. Questo invece fa scattare una scintilla "positiva" in Biagio, che decide di studiare e sceglie la strada della legalità. Basta un niente, una casualità, che la vita di una persona può trasformarsi da normale ragazzino ribelle a criminale, poi vabbé è chiaro che non si diventa Capo dei capi solo per un trauma subito da piccolo, ma si sceglie di diventarlo... non bisogna far passare Totò Riina coma una vittima.
Se Totò Riina uccide il figlio del mugnaio in uno contro a fuoco in una piazza in pieno giorno, come a stabilire chi è che comanda; Biagio invece in un certo senso si "nasconde", ma il suo personaggio cresce in carisma episodio dopo episodio come a simboleggiare che la giustizia sia una cosa che richiede tempo, mentre il successo derivato da chi sceglie la cattiva strada è immediato ma non dura.
E quindi Totò Riina prima lavora per Luciano Liggio (l'uomo che zoppica, lo sciancato), che a sua volta lavora per Michele Navarra, che a va a farsi la barba da un barbiere che ha come figlio Vito Ciancimino (che si rivelerà utilissimo per Totò Riina). Inizialmente lo aiuta nell'omicidio di Placido Rizzotto ed è grazie a questa collaborazione che Riina e i suoi amici (tra cui Provenzano detto Binnu, e Calogero Bagarella) ottengono nuovi vestiti e le loro prime pistole (con le quali ucciderà il figlio del mugnaio e andrà in carcere con una condanna di 6 anni). Quando viene fatto fuori Michele Navarra, Liggio acquisisce maggior potere e di conseguenza anche Riina sale di grado, diventa una sorta di braccio destro.
Riina si innamora Ninetta Bagarella, la sorella di Calogero Bagarella (Calogero dà il suo benestare, a patto che a sua volta possa "prendersi" la sorella di Riina, quest'ultimo accetta), e scopre che Ninetta è la migliore amica di Teresa, la fidanzata di Biagio Schirò.
Il clan corleonese al completo (Luciano Liggio, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e Luciano Maino) vanno a Palermo per parlare d'affari con Salvatore La Barbera sfruttando l'amicizia di Vito Ciancimino che fa da garante. Michele Cavataio ordina di rapire La Barbera che poi verrà ucciso insieme a tutto al suo Clan. Di conseguenza il clan corleonese è costretto a fare le valigie in direzione di Corleone perché a Palermo non è più al sicuro. L'unico dei Corleone che preferisce restare a Palermo è Maino in quanto innamorato di una certa Maria Nigro, una donna incontrata al night club.
L'amicizia tra Ninetta e Teresa cessa nel momento in cui Teresa dice a Biagio che Ninetta ha un comportamento sospetto (aveva annullato un loro incontro di studio) e che avrebbe potuto significare che si sta vedendo con Totò Riina di nascosto. Infatti diventa pericoloso per entrambe le donne spiarsi a vicenda e seguono due strade diverse. In questa occasione Totò e Calogero non vengono catturati dal blitz della polizia in casa di Calogero perché si nascondono sui tetti ma in seguito vengono presi quando provano a scappare da Corleone in auto e si fermano per fare rifornimento.
Vengono arrestati ma inizialmente grazie ai documenti d'identità falsi passano per dei contadini. Quando le loro foto vengono mostrate a Biagiò Schirò, lui li riconosce subito.
Qualche tempo dopo anche il nascondiglio di Luciano Liggio, ovvero l'ultimo posto dove lo andrebbero a cercare viene scoperto, grazie all'intuizione di Biagio Schirò: si nascondenva dalla compagna di Placido Rizzotto, appunto l'ultimo posto in cui lo andrebbero a cercare dato che fu proprio lui ad ordinare l'assassinio del sindacalista. La compagna di Placido gli comprava le sigaretta, gli faceva la spesa e dormiva con lui... sostenendo che era costretta a far così o l'avrebbe uccisa (ovviamente Biagio non le crede).
E quindi tutti i mafiosi vanno a processo, e sono convinti di uscirne facilmente perché non hanno prove contro di loro, ma si fa avanti un nuovo testimone: Luciano Maino, che per amore decide di abbandonare la strada vergognosa della mafia e di diventare un pentito di mafia collaborando con la giustizia.
Sembra un periodo d'oro per Biagio Schirò che fa la proposta di matrimonio a Teresa e ottiene anche il permesso di suo padre di poterla sposare, anche se non è per niente convinto che sua figlia debba sposare un poliziotto.
A questo punto Riina si rende conto che le conoscenze di Liggio per non bastano più, il loro avvocato è stato bravo ma Riina non si fida, perché secondo lui al processo nemmeno ci sarebbero dovuti arrivare e pensa che sia il momento di prendere in mano la situazione, facendo arrivare una lettera di minacce ai giudici. Così tutto cambia. il passato di Maino trascorso in un istituto psichiatrico lo rende una persona poco credibile, e inoltre accusandosi di aver compiuto degli omicidi verrà condannato a un manicomio per criminali. Il tutto tra lo stupore di Biagio che cerca di consolare Maino. Non potendo vivere in questo modo (con la paura di essere ucciso, per la vergogna di non essere creduto e addirittura ritenuto pazzo) decide di suicidarsi in casa impiccandosi.
Nel terzo episodio vediamo Biagio e Teresa che si sposano e che hanno un figlio che chiameranno Antonio. D'altra parte Totò Riina insieme al duo fidato Bernando Provenzato e Calogero Bagarella con due uomini di Gaetano Badalamenti (Zu' Tanu) travestiti da guardia di finanza sono intenzionati a vendicare la morte di Salvatore La Barbera (che gli avrebbe garantito molti soldi). Entrano nell'edificio dove si nasconde Michele Cavataio e lo fanno fuori ma a causa dell'impulsività di uno dei uomini di Tano, questi fa fuoco al momento sbaglio e così anche i nemici si preparano ad attaccare e in questo scontro muore Calogero Bagarella (fidanzato della sorella di Totò e fratello di Ninetta oltre che amico di Totò).
Per rifare soldi e ritornare a investire assieme a Vito Ciancimino, decidono di puntare sui sequestri come fa Luciano Liggio al nord Italia, e stavolta fanno rapire un bambino appartenente a una famiglia molto ricca. I sequestri non piacciono agli altri membri della commissione che mostrano tutto il loro disgusto verso Totò e in particolare verso Liggio che credono sia l'artefice di questa pensata. Ovviamente Totò e i corleonesi negano tutto. Comunque alla fine il bambino viene ritrovato dai poliziotti e da Schirò sano e salvo, ma in lacrime.
Riina ordina a Vito Maranza e Pochet Coffi l'omicidio del procuratore Scaglione. Poi si sposa con Ninetta e il vaggio di nozze lo danno a Venezia. La foto del loro viaggio a Venezia viene ritrovata nella casa della sorella di Totò durante una perquisizione e per questa ragione Ninetta viene processato in modo che possa essere mandata al confino nel Nord Italia, ma ciò non avviene grazie a una buona difesa dell'avvocato di Ninetta.
Luciano Liggio viene arrestato e così Totò prende ufficialmente il suo posto come capo supremo del clan dei Corleonesi ed entra nella commissione mafiosa.
Riina non è ben voluto nella commissione e su consiglio di Don Michele Greco decide di eliminare coloro che vogliono mettergli il bastone tra le ruote: il primo è Giuseppe di Cristina, che parla e lancia accuse, poi Pippo Calderone (quest'ultimo ucciso senza l'autorizzazione della commissione e tra l'altro Totò senza paura aveva anche dichiarato di voler uccidere pure Gaetano Badalamenti detto u Zu' Tanu, ma la commissione glielo aveva impedito).
Uno dei colleghi di Schirò, Silvio, trova la casa in cui si nasconde Riina e avverte da una cabina telefonica Schirò. Anche gli uomini di Riina se ne accorgono e lo fanno fuori, così quando arrivà Schirò anche lui viene picchiato da Riina e dagli altri due suoi "compari" (Vito Maranza e Pochet Coffi) perché vendetta per il caso Ninetta che stava per essere madnata al confino, ma viene lasciato in vita perché Totò vuole vederlo vivere (e soffrire) dato che ha scelto un percorso di vita opposto al suo che fino a quel momento si sta rivelando infelice (non poter condurre una vita familiare normale, il rischio di essere ucciso, oltre a una vita buttata per catturare Riina e non riuscirci nemmeno quando se lo ritrova di fronte).
Riina viene ospitato in una proprieta di Bontate, probabilmente perché così possono tenere meglio d'occhio tutti i suoi movimenti, e infatti Totò dice sempre ai suoi uomini che loro sono "ospiti" e devono comportarsi bene e tenere gli occhi aperti specialmente nei confronti di Ninetta che non deve mai essere lasciata da sola. La casa, o meglio la proprietaà, è protetta da un certo Peppe che ha un fratello malato. Totò gli dona molti soldi in contanti per pagare le cure del fratello, soldi che avrebbe dovuto dargli Bontate (che però sembra interessato più agli oggetti d'oro e a se stesso dando per scontato che i suoi uomini gli sono fedeli, ma fedeli sono i cani... come dice Totò in un'altra scena). Così facendo Totò acquisisce l'amicizia di Peppe, che non è uno qualunque bensì un capodecina di Bontate, infatti Totò gli dice che non vuole restituiti i soldi ma che vuole essere pagato in amicizia.
Intanto Totò e Ninetta hanno avuto due bambini (Concetta e Giovanni) e adesso aspettano un altro bambino. Schirò e il commissario Boris Giuliano lavorano insieme per scovare tutte le raffinerie della mafia, e trovano per prima quella dei Corleonesi, poi quella di Bontade, e così Marino Mannoia il chimico dei Bontade viene arrestato. Al rientro al commissariato, Giuliano riceve una minaccia di morte via telefono. E quando i controlli passano anche per l'aeroporto la polizia scopre che una valigia piena di soldi era indirizzata per i Bontade. Stefano Bontade chiama agli amici di politici di Roma dicendogli che o lo fanno trasferire a Giuliano oppure ci penserà lui a eliminarlo. Della sua uccisione se ne occuperà il gruppo dei corleonesi di Totò, così facendo acquisiscono potere nella commissione mafiosa.
Totò riesce a farsi amico anche un certo Tanino, braccio destro di Salvatore Inzerillo, che vendeva droga tagliata male. E quando scriviamo "amici" intendiamo tutta quella gente che lavora per altre famiglie ma che è disposta a fare il doppiogioco, ovvero la spia, per restituire il favore a Riina.
Con l'aiuto di Tanino e Peppe, Riina riesce a sfuggire a tutti gli attentati contro di lui e, dopo poco tempo, fa uccidere Stefano Bontade, Salvatore Inzerillo e le loro famiglie da Pochet Coffi e da Pippo Greco detto "Scarpuzzedda". Il numero di morti è così alto che perfino IL boss americano John Gambino decide di fare un salto a Palermo per cercare di fermare gli omicidi. Totò Riina garantisce che non verrà ucciso più nessun uomo d'onore. Diventa ufficialmente il capo dei capi: la Sicilia è sua.
Nel quinto episodio viene ucciso Pio La Torre (piu piu, e piu piu murìu...), Ninetta aspetta il suo terzo figlio, mentre Biagio Schirò viene raccomandato dal commissario Mangano ormai in pensione per andare a laorare a Palermo con Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rocco Chinnici.
A seguire vengono eliminati il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e Rocco Chinnici. Mentre Tommaso Buscetta arrestato in Brasile per spaccio di eroina confessa i suoi crimini e svela cosa è Cosa Nostra a Giovanni Falcone. Dopo l'interrogatorio vengono arrestate centinaia e centinaia di persone, tra le quali anche Vito Ciancimino (per la felicità di Biagio Schirò che a questo individui non lo poteva proprio vedere).
Viene fatto fuori anche Ninni Cassarà per mano di Scarpuzzedda (Pino Greco), e nel Maxiprocesso di Falcone e Borsellino appaiono anche i nomi di Riina e Provenzano, sebbene latitanti, che vengono condannati all'ergastolo.
Il quinto episodio di conclude con uno scontro a fuoco tra Biagio Schirò e i due del clan di Totò, Vito Maranza e Leoluca Bagarella. In questo scontro lo scopo era catturare Biagio, ma è quest'ultimo che uccide Vito Maranza e poi rischia di morire lui stesso quando Bagarella gli spara al petto colpendolo a due centimetri dal cuore.
Il sesto episodio, quelle conclusivo, mostra un Totò che non si arrende nemmeno davanti all'evidenza che non può mettersi contro tutto lo Stato perché sebbene questi lo teme, non può mai smettere di esistere. Più o meno è questo il discorso che Bernardo Provenzano gli fa, ma Riina dice di essere lui lo Stato e infatti i due litigano verbalmente. Riina ordina l'uccisione di Falcone prima e di Borsellino due mesi dopo, e fa uccidere anche quelli che gli avevano garantito che avrebbero tolto il suo ergastolo (Ignazio Salvo). Questa politica dei pentiti però rovina l'impero di Totò, infatti quando riescono ad arrestare Baldassare Di Maggio, trovano in lui il pentito ideale che svela l'esatto posizione dell'abitazione di Riina (in via Bernini, a Palermo). Riina fu arrestato il 15 gennaio 1993 e, secondo wikipedia (fonte reale e non nella serie tv), alcuni, incluso Giovanni Brusca, ammisero che Di Maggio era uno specchietto per coprire il tradimento di Bernardo Provenzano, strettissimo collaboratore di Riina che probabilmente aveva accettato in segreto la trattativa di Ciancimino e Li donni voltando le spalle al boss (ecco perché vi sono diverse scene in cui Riina è sospettoso nei confronti di Binnu, ovvero Bernardo Provenzano). Da un utente su Youtube ho letto anche questa interessante teoria: "Lo stato voleva semplicemente la fine delle stragi e fare tornare la mafia nell'ombra. Linea che era gradita a Provenzano, ma non a Riina. Quest'ultimo doveva sparire."
Dopo l'arresto del marito, Ninetta e i suoi figli (Concetta, Giovanni, Giuseppe e Lucia) tornano a Corleone. A casa di Totò, Luchino, Binnu e Giovanni Brusca prendono tutti i documenti che potrebbero essere ancor compromettenti, ma la busta e altri documenti se li tiene Provenzano per sé. La puntata termina con un dialogo chiarificatore tra Biagio e Totò.
Interpreti e personaggi
Claudio Gioè (Totò Riina), Daniele Liotti (Biagio Schirò), Simona Cavallari (Teresa), Salvatore Lazzaro (Bernardo Provenzano), Marco Leonardi (Calogero Bagarella), Gioia Spaziani (Antonietta Bagarella), Claudio Castrogiovanni (Luciano Liggio), Francesco Scianna (Leoluca Bagarella), Paolo Ricca (Luciano Maino), Alfredo Pea (Vito Ciancimino), Domenico Centamore (Giovanni Brusca), Alessandro Lucente (Antonio Schirò), Francesco Foti (Stefano Bontate), Alessio Caruso (Salvatore Inzerillo), Massimo Venturiello (Angelo Mangano), Ettore D'Alessandro (Capitano Borgomanero), Enrico Pappalardo (Padre di Teresa), Ada Pometti (Madre di Teresa), Vincent Riotta (Tommaso Buscetta), Francesco Sciacca (Salvatore La Barbera), Carlo Ferreri (Gaspare Mutolo), Maurizio Nicolosi (Baldassare Di Maggio), Orio Scaduto (Gaetano Badalamenti), Andrea Tidona (Giovanni Falcone), Gaetano Aronica (Paolo Borsellino), Imma Piro (Francesca Morvillo), Vincenzo Ferrera (Giuseppe Montana), Bruno Torrisi (Antonino Cassarà), Daniela Zanchini (Laura Cassarà), Mimmo Mignemi (Giuseppe Di Cristina), Giacinto Ferro (Michele Navarra), Pietro De Silva (Boris Giuliano), Biagio Barone (Pio La Torre), Maurilio Leto (Giuseppe Calderone), Pierluigi Misasi (Carlo Alberto Dalla Chiesa), Claudio Angelini (Cesare Terranova), Biagio Pelligra (Pietro Scaglione), Carmelo Galati (Placido Rizzotto), Antonio Berardinelli (Silvio Albertini), Natale Russo (Apuzzo), Maurizio Marchetti (Michele Greco), Gianfranco Jannuzzo (Salvo Lima), Nino D'Agata (Ignazio Salvo), Giovan Battista Torregrossa (Salvatore Riina adolescente), Jacopo Cavallaro (Biagio Schirò adolescente), Alessio Manno (Bernardo Provenzano adolescente), Antonino Guimina (Calogero Bagarella adolescente), Alessandro Pennacchio (Vito Ciancimino adolescente), Luca Angeletti (Giuseppe Greco "Scarpuzzedda"), Sergio Friscia (Mario Prestifilippo), Fabrizio Ferracane (Vito Maranza), Carlo Cartier (Gaetano Costa), Francesco Casisa (Domenico), Giorgia Cardaci (Leoluchina Sorisi), Paolo De Giorgio (Francesco Marino Mannoia), Marco Gambino (John Gambino), Eleonora Sergio (Maria Nigro), Matilde Piana (Concetta Riina), Calogero Buttà (Giovanni Riina), Manuela Ventura (Arcangela Riina), Ileana Rigano (madre di Biagio Schirò), Alfredo Li Bassi (Salvatore), Gianni Franco (Francesco Delfino), Fulvio D'Angelo (Tanino Di Maio), Katia Greco (ragazza night club), Angelo Russo (Ciccio Coniglio), Vittorio Di Paola (commissario), Rosario Minardi (uomo di Michele Navarra), Claudio Botosso (capitano Li Donni), Alessandro Borgese (Totuccio), Alice Canzonieri (Caterina), Gianluca Morini (Sergio De Caprio detto Ultimo), Luciano Miele (Peppe), Francesco Di Lorenzo (agente Nisticò), Vincenzo Crivello (agente Giacalone), Enzo Ina (galeotto in Brasile), Daniele Tittarelli (appuntato scelto).
Curiosità
- La serie è composta da 6 episodi e per ogni episodio corrisponde un intervallo di anni: il primo episodio si svolge tra il 1943 e il 1958, il secondo episodio tra il 1963 e il 1969, il terzo episodio tra il 1969 e il 1978, il quarto episodio tra il 1979 e il 1981, il quinto episodio tra 1982 e il 1987, il sesto episodio tra il 1988 e il 1993.
- Quando Totò Riina viene fotografato dopo l'arresto da un poliziotto, egli non è altro che Alexis Sweet, il co-regista della fiction Il capo dei capi. Evidentemente voleva metterci la firma nella serie con la sua presenza in stile Alfred Hitchcock, che nei suoi film ha quasi sempre fatto un cameo.
- Nel sesto episodio qualcuno potrebbe aver notato delle scene già viste da qualche altre parte. Ecco, alcune di esse sono state prese dalla miniserie Paolo Borsellino, anch'essa prodotta da Taodue.
- La moglie di Riina chiese agli avvocati di presentare una richiesta di risarcimento per «lesione dell'immagine». Invece Salvatore Riina che pure lui ha visto la serie dal carcere ha fatto sapere a Claudio Gioè, mediante il suo avvocato, che ha apprezzato l'interpretazione della sua persona e che l'ha vista con occhi lucidi per la commozione. L'attore furbamente ha detto al suo avvocato "Se Riina si è riconosciuto nel personaggio, allora, di fatto, ha ammesso, per la prima volta, di essere il capo dei capi", ma l'avvocato non ha risposto.
- Biagio Schiro, il principale rivale di Totò Riina, non è un personaggio realmente esistito ma trae ispirazione dall'agente di Polizia Biagio Melita che nel 1963 riconobbe Riina ad un posto di blocco e lo fece arrestare. Nella serie rappresenta la continuità della giustizia, l'icorruttibilità.
- Luciano Maino non è un personaggio realmente esistito e trae ispirazione da Luciano Raia, uno dei primi pentiti di Cosa Nostra. Non è morto impiccandosi, gli è in un certo senso andata anche peggio perché non essendo stato creduto al processo è stato rinchiuso in un manicomio criminale dove morì qualche anno dopo.
- La figura del commissario Angelo Mangano è stata molto romanzata in quanto nella realtà non è stato lui a portare alla prima cattura (attribuita all'Arma dei Carabinieri) e alla seconda cattura (attribuita alla Guardia di Finanza) di Luciano Liggio.
- Leoluca Bagarella viene mostrato molto giovane anche se nella vita realtà è addirittura 2 anni più grande di sua sorella Ninetta. Inoltre non ha partecipato all'assassinio di Pio La Torre, dei parenti di Buscetta e del commissario Beppe Montana perché si trovava in carcere fino al 1990.
- Nella vita realtà Pino Grego non è stato strangolato con una corda dopo la rapina al Banco di Sicilia, bensì nella sua casa con colpi di pistola alla schiena. Inoltre non era affatto ignorante, anzi, conosceva anche le lingue latino e greco avendo studiato al liceo classico.
- Nella vita reale Luciano Liggio non viene condannato all'Ergastolo nella sentenza del Maxiprocesso di Palermo nel 1987, anzi, venne assolto in quanto era già stato condannato con l'Ergastolo e infatti si trovava già in carcere dal 1974.
- Il personaggio di Silvio Albertini (che ha fatto interrogare la moglie di Riina) tra ispirazione da Mario Francese, giornalista italiano vittima di mafia.
- Il personaggio di Vito Maranza (quello che azzoppa definitivamente Biagio Schirò con un colpo di pistola impedendogli di lavorare come poliziotto) non è un personaggio realmente esistito, e pare sia stato creato per contrastare Biagio Schirò, infatti è sempre Vito che picchia Schirò e vorrebbe ucciderlo ma Totò glielo nega.
- Quando questa serie uscì in televisione diede scandalo perché il personaggio di Totò Riina non veniva illustrato come di solito vengono raffigurati i cattivi: con un ghigno, con atteggiamenti isterici, volgari ecc. bensì calmo, ragionevole, come una persona qualunque anche se sotto sotto spietato ma sempre con un certo fascino. Alcuni arrivarono perfino a dire che la messa in onda di un film porno in prima serata avrebbe prodotto sicuramente effetti meno nocivi. E io aggiungo che questa è la visione che potrebbe avere un ignorante che preferisce raccontare la fiabe anziché la dura verità... all'epoca la mafia era seducente (c'erano soldi per tutti, ovviamente soldi sporchi) e per questo tutti volevano farne parte.
Colonna sonora
Il capo dei capi (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Totò (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Il sospetto (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
De cuius (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Azione uno (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Morti e sepolti (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Binnu (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Carnezzeria (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Schirò (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Sopra ogni legge (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Acustika (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Mattanza (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Crescendo la me terra (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Sfide (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Navarra (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
A buatta (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
La me terra azione (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
U prufissuri (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
Cattive azioni (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)
'na sepoltura (di Luigi Seviroli & Czech National Symphony Orchestra & Fabio Gurian)