Trama del film "Tolo Tolo" con Checco Zalone: frasi celebri, spiegazione del finale, curiosità, colonna sonora, attori e personaggi.
Tolo Tolo è un film commedia del 2020 diretto e interpretato da Checco Zalone.
Trama
L'imprenditore pugliese Checco Zalone rifiuta il reddito di cittadinanza in quanto disoccupato per aprire improbabile ristorante giapponese chiamato "Murgia&Sushi", ma dopo un solo mese di attività è costretto a chiudere travolto dai debiti. Per sfuggire ai suoi creditori, per lo più i suoi parenti, decide di partire per l'Africa. Qui trova lavoro in una località turistica dove incontra Idjaba, una ragazza di colore, e Oumar, un cameriere con la passione per i vecchi film sul neorealismo italiano. Quando i terroristi attaccano la zona, Checco non ha altra scelta che migrare con i suoi amici.
Come al solito, Zalone cerca di "educare" il pubblico impersonando personaggi che riflettono alcuni dei peggiori stereotipi e comportamenti italiani. Questa volta il tema principale è l'immigrazione dall'Africa. Il film è pieno di battute irriverenti e gag che mirano al politically correct, ipocrisia, razzismo, sostenitori di odio, giornalismo da quattro soldi, il peso dell'Italia nell'Europa ecc.. Sebbene ci si aspetterebbe un po' di drammaticità, dati i problemi affrontati, questa è una commedia e il mio consiglio è quella di non prenderla troppo sul serio. Personalmente, la fine non mi è piaciuta (poco originale) e devo ammettere che i film precedenti di Zalone (diretti da Nunziante) erano probabilmente realizzati meglio. Tuttavia, il film è divertente e offre spunti di riflessione.
Avvertenza [T]: scene di razzismo in chiave ironica, ma pur sempre razzismo è. Una donna si presume che si sia prostituita per soldi.
Spiegazione
Checco Zalone apre un ristorante giapponese nel suo paese ma fallisce dopo neanche un mese, troppo ambizioso il suo progetto...
Fugge all'estero per non diventare schiavo dello stato italiano e in Kenya mentre lavora come cuoco incontra un amico, Oumar, e la donna di cui si innamora, Idjaba.
Sul posto arrivano i terroristi e così Oumar decide di fare il grande viaggio verso l'Europa, mentre Checco vuole rifugiarsi a casa di un cugino nel paradiso fiscale del Liechtenstein invece che tornare in Italia. Anche i familiari di Checco sperano che non torni in Italia e che anzi muoia negli attentati, così da ricevere un risarcimento ed annullare i suoi debiti.
Dopo aver creato involontariamente diversi ostacoli al viaggio dei migranti, tra cui far scoprire alle autorità che non hanno documenti, Checco, seguito da Oumar, Idjaba e il figlio di lei, Doudou, attraversa il deserto del Sahara a piedi.
Durante il viaggio nel deserto incontrano Alexandre Lemaitre, un giornalista francese che documenta le tragedie dei migranti ma lavora anche come modello, pubblicizzando i cosmetici preferiti di Checco. Alexandre dà loro un passaggio in auto fino ad un albergo, dove li fa alloggiare a sue spese e tenta senza successo di intervistare e corteggiare Idjaba.
Il giorno dopo, Oumar dice ad Alexandre di portarli a quello che descrive come un luogo dove potrà documentare le barbarie a cui i migranti sono sottoposti. Giunto in Libia, il gruppo viene sequestrato dai trafficanti di migranti, e si scopre che Oumar ha venduto i suoi compagni per pagare a se stesso il viaggio. Alexandre viene liberato dopo aver telefonato alle autorità francesi, che hanno pagato un riscatto, mentre Checco, dopo gli inutili tentativi di contatto con vari suoi concittadini illustri, tra cui un suo cugino, ovvero l’ex presidente della Puglia Nichi Vendola, ormai ritiratosi a vita privata in campagna, che gli fa capire di non voler fare favoritismi con il suo solito modo di esprimersi particolarmente forbito, non riceve alcun aiuto dall'Italia. In una ribellione generale dei migranti rinchiusi, Checco, Idjaba e Doudou riescono a scappare e a raggiungere la costa, dove Idjaba affida Doudou a Checco, svelando che il bambino in realtà non è suo figlio e lo stava solo accompagnando in quanto lo aveva promesso alla madre di Doudou, una sua amica morta tempo prima, e dichiarando di dover tornare al suo Paese.
Checco e Doudou salgono su un barcone diretto in Italia, che dopo un giorno di viaggio viene travolto da un’onda anomala causata da una burrasca e naufraga; il gruppo viene salvato da una nave di una ONG, che viene inizialmente bloccata al largo delle coste italiane e poi autorizzata dal presidente del Consiglio italiano Luigi Gramegna, anch'egli di Spinazzola, vecchio conoscente di Checco, un fannullone che ha avuto una rapidissima carriera in politica, a sbarcare dopo aver concordato con il resto dell'Unione europea una distribuzione dei migranti in base ai loro chilogrammi di peso. Nella surreale “lotteria” a bordo dell’imbarcazione, gli ultimi due gruppi di migranti rimasti, tra cui quello di Checco, saranno destinati uno all'Italia ed uno al Liechtenstein. Con sommo rammarico dell’imprenditore fallito, il suo gruppo alla fine si accaparra l’ingresso nel Bel Paese. Allo sbarco nel porto di Monopoli i migranti vengono accolti sia da cortei pro-accoglienza che da proteste contro di loro, e le ex mogli di Checco, che si trovavano una in un gruppo e una nell’altro, lo vedono scendere tra gli altri migranti e, abbandonando le loro ideologie contrapposte, si abbracciano disperate, al pensiero che i debiti contratti da Checco ritorneranno attivi. Nel frattempo la famiglia di Checco si vede nuovamente negato il risarcimento per la sua morte, che gli era stato inizialmente concesso in quanto Checco era stato erroneamente creduto morto in Africa.
Checco accompagna quindi Doudou a Trieste, dove il ragazzino incontra il suo vero padre, insieme ad altri migranti che Checco aveva conosciuto in Kenya, tra i quali vi è un medico che, dopo aver soccorso Checco sulla carovana nel Sahara, a seguito di uno dei suoi improvvisi “attacchi di fascismo”, utilizza la frase detta in quell’occasione dall’italiano, che afferma che "Il fascismo è come la candida, con il sole e lo stress viene fuori", per scrivere un libro e diventa uno scrittore di successo. Idjaba ricompare alla fine e sembra dirigersi in abito da sposa verso Checco, coronando il suo sogno d'amore, ma si scopre che è solo una scena recitata all'interno di un film neorealista diretto da Oumar. Al termine delle riprese arriva Gramegna, divenuto addirittura commissario europeo, e ordina di far rimpatriare tutti gli immigrati presenti nel cast; Checco si accorda con il suo concittadino e promette ai bambini che tornerà in Africa per fornire loro i permessi di soggiorno.
Interpreti e personaggi
Checco Zalone (Pierfrancesco 'Checco' Zalone), Souleymane Sylla (Oumar), Manda Touré (Idjaba), Nassor Said Birya (Doudou), Alexis Michalik (Alexandre Lemaitre), Arianna Scommegna (Nunzia), Antonella Attili (signora Lella), Gianni D'Addario (Luigi Gramegna), Nicola Nocella (avvocato Russo), Sara Putignano (Nicla, prima moglie), Diletta Acquaviva, (Barbara, seconda moglie), Maurizio Bousso (ragazzo di Agadez), Barbara Bouchet (signora Inge), Nicola Di Bari (zio Nicola).
Curiosità
- Per il film sono stati stanziati 20.000.000 €.
- La canzone "Immigrato" di Checco Zalone ricorda la celebre canzone "L'Italiano" di Toto Cutugno.
- Il film ha incassato in totale 46.2 milioni di euro, diventando il quinto film col maggior incasso in Italia, nonché terzo film italiano (superato solo dai precedenti film dello stesso Checco Zalone, Quo Vado? e Sole a catinelle).
- Sono presenti alcuni camei con Nichi Vendola, Massimo Giletti (nello studio di Non è l'Arena) ed Enrico Mentana (nello studio del TG LA7).
- È il primo film diretto da Checco Zalone, negli altri film interpretati dall'attore comico pugliese il regista era Gennaro Nunziante.
- La pellicola si sarebbe dovuta chiamare "L'amico di scorta" ma, nel corso della produzione, un avvenimento ha sconvolto tutto. Una ripresa prevedeva che gli attori dovessero attraversare a nuoto il fiume Sabaki in Kenya. Ogni attore, stando alle direttive di Checco Zalone in versione regista, doveva nuotare "solo solo." Essendo le comparse del film di origine locale e non comprendendo l'italiano, l'interprete di Malindi ha ripetuto la frase detta poco prima da Checco Zalone ma ne ha cambiato la pronuncia, trasformandola in "tolo tolo." L'accaduto ha destato grande ilarità in Checco Zalone, che intuendo la forza di quell'errore, l'ha trasformato nel titolo della pellicola.
- Le location del film sono: Kenya (Watamu), Malta, Marocco, Puglia (Acquaviva delle Fonti, Bari, Gravina e Minervino Murge), Roma, Latina e Trieste.
- Per il film sono state usate 5.000 comparse africane prese principalmente dai centri di accoglienza.
- Il finale della canzone "La gnocca salva l'Africa" di Checco Zalone, più precisamente il ritornello "Gnocca d'Africa", ricorda vagamente il finale della canzone "Vai bene così" di Leo Gassmann, il cui testo è "asimbonanga".